Cécile è morta




Le inchieste di Maigret (28)
«La fidanzata di Maigret»: così la chiamano ormai al Quai des Orfèvres, quella pallida zitella sempre vestita di nero, con un ridicolo cappellino verde in testa e gli occhi storti, che da sei mesi, regolarmente, chiede di vedere il commissario, e rimane seduta per ore e ore in sala d'attesa. E per che cosa, poi? Un paio di volte lui ha acconsentito a riceverla, e lei gli ha raccontato una storia senza capo né coda: qualcuno, sostiene, penetra nottetempo nell'appartamento in cui vive con la vecchia zia inferma, qualcuno che non porta via niente, ma sposta gli oggetti, fruga nel secrétaire, usa la carta assorbente... La polizia ha sorvegliato l'edificio per circa un mese, ma di notte non è mai stato visto entrare nessuno. Eppure Cécile è tornata di nuovo, e i colleghi di Maigret ci fanno su delle battute di spirito: «È innamorata di lei, commissario... Io, al posto della signora Maigret...». Lui alza le spalle e si infila nel suo ufficio: ha ben altre gatte da pelare. Ma il giorno in cui Cécile va via lasciandogli solo un messaggio: «Deve assolutamente ricevermi. Stanotte è accaduta una terribile tragedia», il commissario capisce che c'è poco da scherzare. E, come al solito, ha visto giusto: dopo poche ore scoprirà che la vecchia zia è stata strangolata, e della stessa Cécile non vi è più traccia...
Scritto nell'inverno 1939-1940 e pubblicato nel 1942, Cécile est morte venne adattato per lo schermo già nel 1944, in piena Occupazione, da Maurice Tourneur.

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