Il morto di Maigret




Le inchieste di Maigret (29)
Che ci fa Maigret dietro il bancone di un bistrot di periferia, Au Petit Albert? E perché mai c'è un agente di polizia che serve ai tavoli, mentre sua moglie scrive sull'immancabile lavagnetta il plat du jour? È una lunga storia. Tutto è cominciato in una fulgida giornata di febbraio: uno sconosciuto ha chiamato Maigret dicendo di essere braccato e in pericolo di vita. Il solito burlone? Un esaltato? Ma lo sconosciuto ha continuato a chiamare, a invocare aiuto, tracciando con i suoi frenetici spostamenti fra l'Hôtel de Ville e place de la Bastille una mappa dell'angoscia, un diagramma del terrore. E quella stessa notte il corpo dell'uomo, barbaramente accoltellato e sfigurato, è stato ritrovato in place de la Concorde. Da allora il commissario non ha più pace. Quel morto gli appartiene. È suo. È il morto di Maigret – ormai lo dicono tutti. Perché era un uomo qualunque. Perché gli aveva affidato la sua vita. Con rabbiosa tenacia e toccante abnegazione – quasi si trattasse di vendicare la morte di un amico – Maigret riuscirà a dargli un nome. E si ritroverà non solo a gestire il bistrot del petit Albert, il suo morto, ma a combattere un nemico oscuro, gelido e feroce. Per fortuna, dalla sua parte c'è Parigi, mai come in questa inchiesta protagonista e amica, con i suoi profumi, le sue leggi segrete, i suoi quartieri sordidi e regali, la sua anima vibrante.
Scritto a Tucson, Arizona, nel dicembre del 1947, Maigret et son mort fu pubblicato in Francia l'anno successivo.

Nessun commento:

Posta un commento