Le memorie di Maigret




Le inchieste di Maigret (34)
«Lo so benissimo che questi libri sono pieni zeppi di imprecisioni tecniche. Inutile star lì a elencarle. Sappia che sono volute e gliene spiegherò la ragione ... Provi a raccontare a qualcuno una storia qualsiasi. Se non la ritocca un po', apparirà inverosimile, inventata. Con qualche aggiustatina, invece, sembrerà più vera di quanto non sia».
Enfatizzava queste ultime parole come se si trattasse di una scoperta sensazionale.
«Rendere le cose più vere di quanto non siano, tutto qua. Ed è proprio così che ho fatto con lei, Maigret: l'ho resa più vero di quanto non sia!».
Sulle prime restai senza fiato. Da quel povero commissario che ero (quello «meno vero di quanto non fosse»), non seppi cosa rispondere.
Nel frattempo il giovanotto, con ampi gesti e una punta di accento belga, cercava di dimostrarmi che le mie inchieste, così come le aveva raccontate lui, erano più plausibili – non escludo che abbia detto «più esatte» – di come le avevo vissute io.

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