Maigret e l’affittacamere




Le inchieste di Maigret (36)
Brutta storia: l'ispettore Janvier si è beccato una pallottola in pieno petto mentre sorvegliava la pensione di rue Lhomond dove vive un certo Paulus, che qualche giorno prima ha rapinato con una pistola giocattolo un localino di Montparnasse. Dopo aver escluso quasi subito che sia stato il giovane ladruncolo, il commissario Maigret decide di venire a capo della faccenda: lo ha promesso al povero Janvier e a sua moglie, che aspetta il terzo figlio e ogni giorno va a trovarlo in ospedale con gli occhi pieni di lacrime. E visto che la signora Maigret è in Alsazia, e lui proprio non riesce a restarsene senza di lei nell'appartamento di boulevard Richard-Lenoir, si trasferisce armi e bagagli nella pensioncina di rue Lhomond «con la vaga impressione di consumare una sorta di tradimento». Forse perché l'affittacamere – l'affabile, garrula, esuberante signorina Clément – lo circonda di mille premure? Fatto sta che Maigret comincia a sentirsi un po' a casa, e a poco a poco diventa quasi un inquilino come gli altri. Ma da quale finestra è partito il colpo? E chi può aver sparato? Certo non Paulus, che il commissario scopre nascosto sotto il letto della signorina Clément. Per il resto, in quella via abita solo gente tranquilla. C'è il signor Kridelka, che lavora come infermiere in un manicomio, Oscar Fachin, uno studente squattrinato che per mantenersi ricopia spartiti musicali, la signorina Blanche, che se ne sta tutto il giorno a letto a leggere romanzi e riceve le visite di un vecchio signore attempato, il signor Valentin, un vecchio cantante di operette che dà lezione gratis o quasi alle ragazzine. Ma nessuno sembra aver visto o sentito niente, a parte il rumore dello sparo e il corpo di Janvier riverso in un lago di sangue. La soluzione del caso si nasconde dietro un vaso di rame: Maigret, insieme al lettore, lo scoprirà solo nelle ultime pagine.
Scritto a Lakeville (Connecticut) nei primi mesi del 1951, Maigret en meublé apparve a stampa nello stesso anno.

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